Quando Carlsberg fondò Somersby nel 2008, l’intenzione era semplice: portare la tradizione del cider nel mercato danese. Quello che seguì fu una trasformazione che nessuno aveva previsto. Il marchio si espanse rapidamente in oltre 64 paesi, ma la vera sorpresa arrivò quando raggiunse la Francia. Qui, sotto la direzione di Brasseries Kronenbourg, Somersby smise di essere un semplice cider per diventare qualcosa di completamente nuovo.
In Francia, Muriel Picot, Maître Brasseur presso Obernai, sviluppò tre ricette che rompevano con la tradizione. Non più solo mela fermentata, ma una fusione tra birra e aromi fruttati naturali. Tra queste, la Citron Yuzu rappresentava l’espressione più audace: l’incontro tra la freschezza europea del limone e l’intensità aromatica del piccolo agrume giapponese.
Un ingrediente che cambia tutto – Il ユズ (yuzu) non è un ingrediente casuale. Questo piccolo agrume, che può fruttificare tre volte l’anno, contiene fino al 6% di acido citrico. La sua polpa è profumatissima ma offre poco succo, caratteristica che lo rende prezioso proprio per la sua intensità aromatica piuttosto che per la quantità. In Giappone, dove è originario, viene utilizzato con parsimonia ma grande rispetto, sapendo che poche gocce possono trasformare completamente un piatto.
Nella Somersby Citron Yuzu, il yuzu non è semplicemente aggiunto alla ricetta esistente. Diventa il co-protagonista di una composizione che include acqua, malto d’orzo, frumento, zucchero, sirop de glucose e aromi naturali. La percentuale finale vede il 45% di birra e il 55% di bevanda aromatizzata, creando un equilibrio che non appartiene né al mondo del cider tradizionale né a quello della birra classica.
L’esperienza di degustazione – Al primo sguardo, la bevanda si presenta con una colorazione dorata chiara, limpida come promette la bottiglia trasparente. L’effervescenza è vivace ma controllata, anticipando la freschezza che caratterizzerà l’intera esperienza.
Il primo contatto olfattivo rivela immediatamente la personalità della bevanda. Il limone apre con le sue note familiari, ma è il yuzu che porta la complessità. Le sue note zestose, i profumi intensi e piccanti della buccia degli agrumi hanno una profondità che il limone tradizionale non possiede, cioè una qualità quasi floreale che si intreccia con l’acidità in modo sofisticato. Sotto questa dominante agrumata, emerge discretamente il carattere cerealicolo della base birraccia.
Gli assaggiatori hanno stabilito che in bocca, l’attacco è immediatamente rinfrescante, mentre l’acidità del yuzu si sviluppa gradualmente, rivelando sfumature che vanno dall’agro-dolce a note quasi minerali. La base di birra emerge nell’ultima parte della degustazione, portando una sottile astringenza che bilancia la dolcezza fruttata.
È interessante notare come questo profilo si distingua nettamente da altre categorie di bevande similari. Non si tratta di un semplice panaché, quella miscela di birra e gassosa al limone che si prepara al momento nei bistrot francesi. Il panaché mantiene la struttura cerealicola ben riconoscibile e l’acidità è fornita principalmente dalla gassosa industriale, creando un equilibrio più rustico e immediato. Somersby invece fonde gli ingredienti in fase di produzione, ottenendo un risultato più omogeneo dove il yuzu diventa parte integrante della composizione.
Ancora più marcata è la differenza con le kriek, le storiche birre belghe dove ciliegie griotte vengono fatte macerare in lambic a fermentazione spontanea. Le kriek nascono da un processo completamente diverso: un lambic di base dalla caratteristica acidità lactica viene arricchito con ciliegie intere, noccioli compresi, che fermentano per mesi rilasciando tannini e quella caratteristica nota di mandorla amara. Il risultato è una birra profondamente acida, complessa, spesso astringente, dove la frutta non addolcisce ma aggiunge intensità aromatica a una base già caratterizzata da note “funky e selvagge”.
Somersby Citron Yuzu appartiene a un territorio completamente diverso. Non c’è fermentazione spontanea, non ci sono brettanomiceti, non c’è quella complessità rustica che caratterizza le autentiche fruit beer belghe. Si tratta piuttosto di un prodotto industriale sofisticato che utilizza la frutta come elemento aromatico in una bevanda pensata per l’accessibilità e la bevibilità immediata. Con i suoi 4,5% di alcol, la bevanda mantiene un corpo leggero ma non acquoso. Sempre secondo gli assaggiatori, la texture è pulita, la carbonatazione ben calibrata. Il finale è persistente quanto basta, con il yuzu che lascia un ricordo aromatico distintivo senza risultare stancante.
Una categoria a sé – Somersby Citron Yuzu si rivolge a un pubblico che sta ridefinendo il concetto di bevanda alcolica sociale. I consumatori tra i 25 e i 40 anni, particolarmente le donne, cercano alternative che non li obblighino a scegliere tra la complessità della birra artigianale e la semplicità dei soft drink. Questo prodotto offre una terza via: accessibilità immediata con una complessità sufficiente a mantenere l’interesse.
Il posizionamento nel segmento “premium accessible” è strategico. Non compete direttamente con le craft beer, che richiedono una certa educazione del palato, né con i soft drink tradizionali, che spesso mancano di personalità. Si colloca in uno spazio intermedio dove l’innovazione nell’ingrediente (il yuzu) giustifica un prezzo leggermente superiore rispetto alla concorrenza tradizionale.
Il panorama competitivo – Nel mercato dei cider fruttati, Somersby trova competitor consolidati come Kopparberg e Rekorderlig, entrambi di origine svedese. Kopparberg, pioniere del settore, ha costruito la sua reputazione su varietà come Mixed Fruit e Elderflower & Lime, ma raramente si avventura in territorio esotico come fa Somersby con il yuzu. Rekorderlig punta invece su un posizionamento più premium e un packaging distintivo, ma mantiene un approccio più conservativo negli abbinamenti fruttati. Strongbow, marchio storico britannico ora sotto Heineken, rappresenta la tradizione del cider inglese con incursioni moderne come Dark Fruit, ma rimane ancorato a un’identità più tradizionale. Questa fedeltà al passato, se da un lato garantisce autenticità, dall’altro limita le possibilità di innovazione radicale che caratterizzano invece Somersby.
Nel più ampio mercato delle bevande ready-to-drink, Somersby compete indirettamente con prodotti come Bacardi Breezer e Smirnoff Ice, che però appartengono alla categoria degli alcopop e si rivolgono a un target più giovane con proposte spesso più dolci e meno sofisticate. La presenza di ingredienti naturali e l’assenza di coloranti artificiali posizionano Somersby in un territorio più maturo. Interessante è anche il confronto con i soft drink premium come San Pellegrino Aranciata o i mixer Fever-Tree. Questi prodotti hanno educato il consumatore a apprezzare qualità superiori negli agrumi, creando un terreno fertile per l’accettazione di proposte come Somersby che elevano il livello qualitativo delle bevande fruttate.
Punti di forza – L’utilizzo del yuzu rappresenta il principale vantaggio competitivo. Nessun altro cider mainstream ha osato utilizzare questo ingrediente, conferendo a Somersby una posizione di unicità difficilmente imitabile nel breve termine. La forza distributiva di Carlsberg garantisce inoltre una capillarità di mercato che i competitor più piccoli non possono eguagliare. La dipendenza dalle tendenze rappresenta un’altra area di attenzione. Il successo della formula attuale è legato alla crescente popolarità della cucina fusion e degli ingredienti orientali, ma questi trend potrebbero evolvere rapidamente.
Servizio e abbinamenti – La temperatura di servizio ideale si attesta sui 6-8°C, preferibilmente con ghiaccio. Il ghiaccio non è solo un elemento di raffreddamento ma diventa parte integrante dell’esperienza, esaltando le note agrumate e rendendo più armoniosa la bevanda. Gli abbinamenti gastronomici rivelano la versatilità del prodotto. Con i crudi di pesce, l’acidità del yuzu crea un contrappunto perfetto, mentre con la cucina asiatica emerge l’affinità naturale con le tradizioni culinarie orientali. Sorprendente è l’accostamento con formaggi freschi, dove l’acidità bilancia la cremosità senza sovrastare i sapori delicati.
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Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.