Cosa si nasconde dietro questo grafico?

Avatar photo Daniele Tirelli1 Luglio 2023

Dietro questo grafico si cela una storia molto semplice, talmente semplice che non sembra essere colta dai più che operano nel mondo della distribuzione.

I dati – che non sono infomazione  e l’informazione che non è conoscenza (senza una teoria che la interpreti!) vanno scelti, elaborati, paragonati, correlati e spiegati nel loro insieme.

Dunque, l’ipotesi che stiano crollando i VOLUMI dei consumi alimentari attraverso la semplice relazione causale con il reddito in contrazione per l’inflazione subita, è, diciamo, semplicistica, naïf. Infatti, il consumo alimentare nella società odierna è, in primo luogo, inelastico ai prezzi e, in secondo luogo, si esplicita in due grandi ed eterogenee categorie: il consumo  IN CASA e il consumo FUORI CASA.

In verità, dovremmo considerare nel consumo in casa la distinzione tra utilizzo di prodotti “tali e quali” e prodotti a contenuto di servizio, poiché il loro consumo si abbina diversamente con altre componenti che hanno un valore (tempo, energia, tecnologia domestica, spreco, ecc.).

Ciò detto, gli unici dati a cui affidarci sono i dati annui dei Consumi delle famiglie italiane a “prezzi costanti”, cioè al netto dell’inflazione, che ovviamente è diversa nei due casi. Questo dato costituisce, cioè, il valore reale del “volume” calcolato statisticamente dall’insieme di componenti eterogenee  che afferiscono a questa definizione.

Va detto che i consumi fuori casa, comprendono il valore del servizio aggiunto alla materia prima lavorata, ma ai fini del mio ragionamento sui criteri di scelta e di decisione delle famiglie Italiane, trascuriamo il fatto.

Allora, la chart “enigma” sottostante e svelata somma i “volumi” delle due grandi categorie citate dal 1995 ad oggi.

Come si percepisce, dal 1995 ad oggi, questo aggregato oscilla, ma sembra piuttosto stabile nel lungo periodo. Perché? Forse perché il consumo alimentare di una popolazione che demograficamente cresce pochissimo sta saturandosi? come prevede la “Legge di Engel”? Discutiamone.

Un passo avanti. Calcoliamo, poi la quota delle due componenti e rappresentiamola con la chart che segue:

Osserviamo, in questo modo una progressiva crescita della quota del “Fuori Casa”, come avviene in tutte le società avanzate. Sul piano fenomenologico il tutto si condensa attorno alla crescita della ristorazione casual e rapida e al diffondersi del cosiddetto street-food o junk-food (per certuni). Prezzi relativi inferiori, domanda in crescita.

Secondo passo: la dinamica. Ancor più interessante è mettere a confronto le variazioni assolute (in valore) rispetto all’anno precedente, dell’uno e dell’altro aggregato.

Risulta evidente, allora, che la compressione dei consumi Fuori Casa dovuta alla pandemia, ha generato risorse economiche e, soprattutto propensioni a spendere successivamente, che hanno generato il recupero degli ultimi due anni. Cosa sta succedendo nel 2023? Lo sapremo quando l’ISTAT pubblicherà i dati disaggregati dei consumi delle famiglie.

Osserviamo, infine, un ultimo grafico che traccia l’andamento del consumo totale di prodotti e di servizi alimentari PRO-CAPITE. La deduzione che ne traiamo è che l’allocazione del budget familiare per questa voce di consumo si è stabilizzata nel tempo con un progressivo spostamento verso il consumo fuori casa.

Ecco perché osserviamo crescere le catene di ristorazione popolare (alimenti seriali all’”americana”, con il minimo di servizio e prezzi relativi in caduta rispetto alla ristorazione classica).  Ecco perché vediamo sempre più superstore grocery, dotarsi di aree di ristorazione e di servizi di catering, così come ha mostrato il modello americano.

La retorica delle famiglie italiane che stringono la cinghia, che consumano meno proteine e carboidrati impoverite dall’inflazione e dai bassi salari, non è un racconto analitico che faccia bene a chi deve tenere il timone aziendale. Occorre invece capire le complesse dinamiche del consumo alimentare da cui trarre strategie d’offerta che non si limitino soltanto a prezzi bassi, sottocosto, ecc.

 

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Daniele Tirelli

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