Italfoods farà il caffè per il mondo arabo (e non solo)

Avatar photo Daniele Tirelli10 Dicembre 2022

Il mood prevalente improntato di una mentalità anticapitalistica e di fascinazioni autarchiche impedisce il più delle volte, di cogliere l’odierna fioritura imprenditoriale dell’industria alimentare italiana.

Si tratta di una sorta di “rinascimento” che porta una notevole, debordante creatività ad espandersi soprattutto all’estero a dispetto dei sovranismi alla moda.  Un esempio è l’inizio di una collaborazione di lungo respiro tra Italfoods srl e Goody sancita dopo 2 anni di lavoro preparatorio.

Italfoods srl è un’azienda di Villar San Costanzo (Cuneo) derivante dalla evoluzione di una precedente torrefazione familiare a marchio Dolce Vita.

Per inciso è anch’essa parte di quel flusso semisconosciuto che porta le aziende produttrici di alimenti di base o semi-trasformati (molini, macelli, caseifici, frutticulture,…) a migrare verso il consumo finale e i canali della distribuzione moderna.

Italfoods, da dieci anni aveva abbracciato il trend delle nuove tecnologie familiari del caffè specializzandosi nella produzione di capsule per caffè, appunto, e altre bevande solubili.

Goody è invece un colosso mondiale nel settore alimentare con sede in Arabia Saudita e con oltre € 1 mld di fatturato conseguito grazie anche al suo brand Cofique.

Sebbene la strategia della partnership sia ancora tenuta riservata essa proietta Italfoods nei canali distributivi di tutti i paesi arabi e di altri continenti.

Interessante è infine il ventaglio di referenze che l’azienda cuneense pone sul mercato e che spaziano
dalla bevanda “alla meringa al limone”, al “caffè all sambuca”, al pistacchio, al biscottino, ….

Da citare poi la linea Kids, che prevede i gusti:

CIOCCOCOCCO

BANANITA

FRAGOLOSA

CIOCCOBIANCA

CIOCCOLATTE

In conclusione, riteniamo che Italfoods sia una case-history emblematica da seguire con attenzione. Si tratta infatti della dimostrazione di come le strategie pregresse delle grandi multinazionali, nei decenni trascorsi, abbiano prodotto, come sempre accade in economia, effetti dilatati e dilazionati nel tempo.

Migliaia di aziende italiane nate come co-packer per i grandi gruppi che dominavano i mercati con i loro margini gloriosi, hanno acquisito attraverso il “learning-by-doing” un crescente know-how sino a diventarne degli specialisti assoluti.

Attraverso una crescente esperienza commerciale legata al fenomeno grandioso della globalizzazione e dello scambio sempre più libero, esse sono state anche in grado di esplorare i mercati esteri e a fare dell’export un punto di forza determinante.

Italfoods ha raggiunto, infatti, una quota del 50% del suo export con, ovviamente, una tendenza a crescere più del mercato interno.

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Daniele Tirelli

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