La mollicata pronta del Gastronauta (Decò)

Avatar photo Daniele Tirelli27 Maggio 2023

L’inesauribile curiosità e fantasia di Mario Gasbarrino si spinge anche nella micro-nicchia degli ingredienti tradizionali a contenuto di servizio, per arricchire la linea del Gastronauta, ovvero la PL di alta gamma del gruppo Decò.

Ho già detto della formidabile intuizione del gruppo  Multicedi-Gruppo Arena è consistita nell’acquistare e nel tradurre l’azzeccatissimo marchio delle rubriche giornalistiche  di Davide Paolini, in un marchio alimentare vero e proprio, atto a coprire la fascia alta dell’assortimento, e ciò in piena sostituzione dei brand industriali specialistici nazionali (*).

NOTA (*) I quali, non potendosi avvalere del supporto sempre più potente, indispensabile ed enormemente oneroso delle global brand in fatto di investimenti pubblictari e acquisto degli spazi espositivi, devono cogliere l’opportunità di produrre per un cliente pur esigente e selettivo quali sono le miglior Private Label italiane. O detto brutalmente: lindustria faccia l’industria, che a vendere ci pensa il moderno Retailing. 

Questa volta è il caso della “Mollicata” pronta e confezionata, ingrediente semisconosciuto nelle regioni sopra gli Appennini, se non nelle famiglie originate dalla grande fusione migratoria da Sud a Nord del periodo felice e dimenticato del “miracolo economico” italiano (a proposito di migrazione e integrazione).

Rivendicata da Molise, Basilicata e Sicilia, la mollica di pane (meridionale) secca, trattata con la frittura e insaporita con aglio, erbe ed altro è l’insaporitore che la tecnica gastronomica popolare ha inventato da tempo immemorabile per variare e rendere appetibile la pasta e non solo. Credo che quella del Gastronauta sia l’unica disponibile nei supermercati e in quelli a insegna Decò, nello specifico.

Citata molto spesso dalla Accademia Italiana Della Cucina, i suoi precorsi vengono ufficializzati dalle “Ricette della Lucania” di Matilde Iungano risalendo all’invenzione culinaria dei “ferricelli della battaglia”, ovvero  i rozzi fusilli ottenuti usando il ferricello (strumento metallico a sezione quadrata di uso domestico) che risale probabilmente ai tempi della colonizzazione greca.

Un’antica leggenda narra che questa pietanza sia stata preparata per la prima volta ad Armento, su suggerimento della Vergine Maria, per celebrare la vittoria riportata nel 976 dagli abitanti del paese che, guidati dai monaci bizantini, fermarono gli arabi invasori sulla Fiumara, in uno scontro dai contorni epici.

Rivisitata dalla odierna gastronomia “nostalgica”  si adatta a tante ricette:

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Daniele Tirelli