TIBERINO 1888, dalla stazione orbitale al supermercato

Avatar photo Daniele Tirelli25 Giugno 2022

Non si può dire che tra l’industrie alimentari italiana manchino le sorprese, pur se la comunicazione delle eccellenze locali o specialistiche che dovrebbe arrivare al grande pubblico viene sommersa da quella dei big spender in advertising.

Questo è indubbiamente il caso di  Sudalimenta, azienda proprietaria del marchio TIBERINO 1888, che opera nell’area periferica di Bari. Si parla tanto  e ovunque di “superfood”. In un’accezione diversa, le meal solution  di TIBERINO 1888 certamente lo sono, se è vero (e lo è) che vennero consumate in varie missioni nella International Space Station, dagli astronauti italiani e non solo, nonché, per altri versi, dagli scalatori del Perito Moreno in Argentina e in occasioni altre avventure spericolate.

I primi piatti pronti (bonus food) TIBERINO1888 hanno, infatti, avuto come testimonial  Luca Parmitano, l’astronauta italiano che li ha consumati nei suoi sei lunghi mesi di permanenza nella Stazione Orbitale.

Sembra allora curioso ricollegarli al 1888, anno in cui nacque formalmente l’azienda guidata, oggi, da Raffaele Tiberino, pronipote di Nicola, il fondatore.

Come tante aziende italiane di lunga tradizione (vanto che non sempre viene sfruttato adeguatamente) anche questa nacque da semplici premesse: una bottega alimentare nel centro di Bari. Con la generazione successiva, l’azienda crebbe nel commercio all’ingrosso alimentare, per poi allargarsi nel secondo dopoguerra all’import-export alimentare.

Partendo da questa esperienza, nel 1999, Nicola Tiberino (quarta generazione) decise di entrare nel mondo della produzione di primi piatti disidratati di alta qualità.

Alta qualità? Alla luce della dura selezione operata dagli enti spaziali, da NASA ed ESA, nella scelta di primi piatti che ponessero rimedio alla monotonia e alla piattezza delle preparazioni alimentari disidratate destinate alle lunghe permanenze nello spazio, si direbbe proprio di sì.

Insomma, se si parla di funzionalità e contenuto di servizio questi space-food,  tradotti oggi in referenze destinate al largo consumo, certamente sono in linea anche con le esigenze delle famiglie che prestano attenzione al tempo e alla semplicità di preparazione.

La linea si compone di 60 referenze a base di riso, pasta, zuppe e cous cous. Sottovuoto in una semplice, ma efficace confezione riciclabile che permette di vedere nell’interezza il prodotto, quest’ultimo può essere preparato con una cottura di 10/12 minuti con l’aggiunta di qualche ingrediente di finitura.

A tal proposito va ricordato che quest’ultimo è un aspetto di grande importanza. Com’è forse noto, le prime meal solution americane  a marchio Betty Crocker, non necessitavano di alcun intervento da parte di chi cucinava. Ciò provocava un senso di colpa nelle madri di famiglia al pensiero di mettere in tavola un piatto ready-to-eat.  I product developer della General Mills ritennero, allora, di riformulare i loro piatti pronti in forma incompleta cosicché dessero l’idea di poter essere personalizzati e cancellare la frustrazione della brava madre di famiglia.

I “Primi TIBERINO” richiedono, pertanto, anch’essi una semplice rifinitura, sebbene nella versione “outfood” destinata al consumo in condizioni estreme e difficili, richiedano solo l’aggiunta di acqua bollente e qualche minuto d’attesa per la reidratazione nella stessa confezione richiudibile, senza necessitare dell’uso di pentole o altri recipienti.

L’azienda garantisce a latere della grande funzionalità anche la sua scelta di ingredienti naturali di qualità, per ricettazioni semplici, ma non banali, come “pennette ai porcini” o “pappardelle ai funghi e all’olio di tartufo”, “risotto Carnaroli ai peperoni e capperi”, “radicchio alla trevigiana”, “cous-cous all’ungherese con paprika dolce”, “zuppa crapiat di Matera”, “zuppa dei Crociati”, ecc.

I vantaggi percepibili dall’innovazione di prodotto di TIBERINO 1888, oltre ad una applicazione della tecnica di disidratazione avanzata che garantisce un ritorno del prodotto pressoché indistinguibile (per un consumatore normale) da un piatto preparato in un contesto casalingo, sono indubbiamente la durata e il suo confezionamento piatto e rigido che occupa poco spazio ed è facilmente riciclabile.

L’ultima questione è: può questa linea, assieme a quella specialistica degli OUTFOOD, trovare accoglienza più ampia nella distribuzione moderna?

La risposta è: potenzialmente sì, là dove si sia in grado di

  1. comunicare i benefits della disidratazione per il consumatore, nell’ambito delle due sottoclassi delle meal solution shelf-stable;
  2. percepire, dal punto di vista del retailer, la lunga shelf-life e l’economia di spazi offerta, assieme ad una chiara visibilità del contenuto che incoraggia l’acquisto.

Al proposito solo una piccola osservazione  conclusiva: sarebbe opportuno un foro nella parte superiore della busta per consentire l’esposizione verticale appesa (e dunque la perfetta “leggibilità”) della confezione, secondo quelle tecniche avanzate di visual merchandising ampiamente usate in altri paesi  europei. Una soluzione che faciliterebbe anche l’ “one shelf-facing“ per valorizzare massimamente l’ampia linea  di TIBERINO 1888.

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