Nel 2015, due giovani ingegneri agronomi, Marion Gaudicheau e François Delmas Saint-Hilaire, si ritrovarono ripetutamente ai matrimoni di amici nella regione del Sud-Ovest della Francia. I buffet erano eleganti, le bottiglie di vino accuratamente selezionate. Ma sul tavolo delle bevande analcoliche, solo bottiglie rosse e bianche di cola industriale, in stridente contrasto con l’estetica curata del resto della celebrazione.
Fu proprio questa dissonanza visiva e qualitativa a innescare un’intuizione che, però, nascondeva una sfida imprenditoriale complessa: creare un’alternativa sofisticata ai soft drink industriali per i momenti di festa e convivialità.
I fondatori: dal laboratorio agronomico alla cucina di casa. Marion Gaudicheau, originaria di Pau, e François Delmas Saint-Hilaire, nativo di Bordeaux, si erano conosciuti durante gli studi di agronomia a Tolosa. Dopo la laurea, François aveva trovato lavoro a Bordeaux mentre Marion a Pau, ma entrambi condividevano il desiderio di vivere a Bordeaux e crearvi un prodotto locale distintivo.
La loro formazione agronomica si rivelò fondamentale: entrambi possedevano una comprensione profonda degli ingredienti naturali, dei processi di trasformazione alimentare e della qualità delle materie prime. Marion assunse fin dall’inizio la responsabilità della ricerca e dello sviluppo, sviluppando ricette innovative per tutte le bevande e assicurandone la produzione. François, invece, si occupò dell’immagine e dello sviluppo del marchio.
Nel febbraio 2015 fondarono la Manufacture Bordeaux, iniziando a sperimentare nella cucina dei loro genitori. Il primo laboratorio fu uno spazio di appena 30 metri quadrati, dove realizzarono i prototipi pilota per testare le ricette. Un anno dopo, nel 2016, il terzo socio, Franck Latrille, si unì a loro, convinto dall’idea innovativa. Da quel momento tutto si ingrandì: il locale, i macchinari e la gamma di prodotti.
La filosofia produttiva ispirata dal mondo del vino. L’ambizione della Manufacture Bordeaux era chiara fin dall’inizio: creare bevande naturali finemente frizzanti il cui gusto preservasse i sentori di frutta e piante. Ma ciò che avrebbe reso unica questa azienda è il suo approccio metodologico, direttamente ispirato al mondo vinicolo bordolese.
“Il nostro savoir-faire si basa su queste bollicine fini presenti in tutte le nostre bevande. Bollicine paragonabili a quelle dello champagne“, spiega Marion Gaudicheau. Il processo di fabbricazione di Unaju non segue logiche industriali spinte, ma si ispira invece a quello dei grandi vini di Bordeaux, alleato ad altre metodologie che non disdegnano la tecnologia moderna.
Anche il vocabolario utilizzato per descrivere queste bevande si avvicina al campo lessicale dedicato al vino: si parla di millesimo, di prima bocca, di fine bocca. “È importante: la degustazione non deve essere riservata al mondo del vino e degli spiriti“, insiste Marion. Le bevande della Manufacture Bordeaux si degustano quindi esattamente come un buon vino e possono accompagnare piatti di carne, formaggi o dessert.
Unaju Yuzu Concombre: l’incontro tra oriente e occidente. Il prodotto di punta che ha affrontato i mercati francese e internazionale è senza dubbio l’Unaju Yuzu Concombre, lanciato il 1° aprile 2021. Questa bevanda rappresenta l’apice della filosofia aziendale: il perfetto matrimonio tra un frutto e una pianta, con un equilibrio gustativo sorprendente.
Il yuzu, agrume giapponese dalla potenza aromatica intensa e complessa, viene raccolto in Giappone e si fonde con il cetriolo rinfrescante proveniente dalla Spagna. La bevanda si presenta con un colore bianco traslucido, quasi cristallino, che evoca purezza e delicatezza.
Gli ingredienti sono di una notevole semplicità: acqua, purea di cetriolo biologico, zucchero proveniente da frutta biologica, succo di yuzu biologico, CO2… e basta! Nessun colorante né conservante. La bevanda contiene solo 14 kcal per 100ml, con 3,12g di carboidrati di cui 2,84g di zuccheri, rendendola una delle proposte meno zuccherate del mercato premium.
Il processo tecnologico d’infusione consente di conservare la freschezza dei frutti e delle piante, ottenendo al contempo una DLUO (data limite di utilizzazione ottimale) lunga, un vantaggio commerciale non indifferente per la distribuzione.
Il nome stesso, “Unaju“, evoca l’estetica giapponese: un look giapponese, pulito ed essenziale, che riflette i valori di semplicità, raffinatezza e attenzione al dettaglio. Le bottiglie trasparenti da 25 cl e 75 cl sono state pensate per comunicare il posizionamento come aperitivo senza alcool, permettendo di ammirare il colore naturale del liquido.La firma di Manufacture Bordeaux riprende lo spirito delle vigne e dei vini bordolesi con bollicine fini, 100% biologiche, naturali e senza alcol.
Il riconoscimento del mercato: premi e successi. Il successo di Unaju Yuzu Concombre è stato immediato. Nel 2021, il prodotto ha ricevuto il Trophée d’Or ai Trophées Natexpo, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel settore delle bevande biologiche in Francia. La giuria ha premiato “un succo molto poco zuccherato ma con molto gusto“, evidenziando come il processo tecnologico d’infusione permetta di conservare la freschezza degli ingredienti.
La marca è stata inoltre premiata al SIRHA (Salon International de la Restauration et de l’Hôtellerie), tra i più importanti saloni professionali del settore gastronomico europeo. Questi riconoscimenti hanno consolidato la reputazione di Unaju come innovatore nel settore delle bevande premium biologiche.
L’espansione strategica: l’ingresso di Vitamont. Nel 2022, un evento cruciale ha segnato una svolta nella storia di Manufacture Bordeaux. Vitamont, filiale del gruppo Léa Nature, specializzata nei succhi di frutta biologici e leader nei negozi bio, è diventata azionista di maggioranza, acquisendo il 60% del capitale della società. Il gruppo, fondato da Charles Kloboukoff, ha visto in Unaju un posizionamento originale e premium, perfettamente allineato alla propria strategia.
L’acquisizione non è stata casuale. Manufacture Bordeaux aveva già superato “largamente” il milione di euro di fatturato con una crescita a due cifre, e nel 2022 erano state vendute 400.000 bottiglie di bevande Unaju. Il cedente Franck Latrille ha mantenuto una partecipazione residua del 20% fino al 2025, mentre Marion e François hanno conservato ciascuno il 10% delle quote.
Vitamont, installata nel Lot-et-Garonne, è stato il primo produttore francese di succhi di frutta a ottenere la certificazione biologica nel 1985. L’azienda conta 50 collaboratori e ha realizzato un fatturato di 21 milioni di euro nel 2021. Ha messo a disposizione di Manufacture Bordeaux la propria organizzazione commerciale, logistica e finanziaria per accelerare la crescita di Unaju.
Questa acquisizione testimonia la strategia di Vitamont di diversificarsi verso i soft “benessere” e innovativi senza rinunciare alla qualità e al posizionamento di pioniere biologico, e di svilupparsi verso il fuori casa (hors domicile), per perpetuare la sua crescita e la sua influenza.
Il target e il posizionamento. Unaju si posiziona in un segmento molto specifico del mercato: quello degli aperitivi premium senza alcool per consumatori esigenti. Il brand mira a chi desidera un’alternativa finemente frizzante, biologica e naturale ai succhi classici troppo zuccherati o ai soda chimici.
La tracciabilità è totale: ingredienti provenienti da cooperative francesi per un aperitivo moderno, sano e risolutamente festivo. Le bevande sono pensate per afterwork, cocktail, brunch o pause rinfrescanti in qualsiasi momento della giornata. Si consiglia di servirle ben fresche, tra 6 e 10°C, per apprezzarne pienamente gli aromi sottili.
La distribuzione riflette questo posizionamento premium: Unaju è presente in caffè, gastronomie fini e ristoranti di alta gamma come Le Quatrième Mur, Garopapilles, Le Pavillon des Boulevards, Le café de l’Utopia a Bordeaux. La marca ha consolidato la propria presenza in 16 paesi.
Il contesto di mercato: il ruolo del no-alcool. Il successo di Unaju si inserisce in un contesto di mercato particolarmente favorevole. Il mercato mondiale delle bevande analcoliche (contenenti meno dello 0,5% di alcool) è stato valutato a 1.300 miliardi di dollari nel 2023 ed è stimato che dovrebbe più che raddoppiare entro il 2035 per raggiungere 2.900 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6,9% tra il 2024 e il 2035.
In Francia, il mercato delle bevande senza alcool si è elevato a oltre 7 miliardi di euro nella grande distribuzione nel 2024. Secondo un’inchiesta del cabinet Nutrimarketing, il 52% dei francesi desidera ridurre il consumo di alcool, il 16% ha già iniziato, e il 33% ha seguito il “Dry January” nel 2023. Le motivazioni sono uno sforzo per ridurre il consumo di alcool (40%), preoccupazioni sulle calorie (20%), sulla salute (38%) e un’attrazione per il gusto di queste bevande (33%).
La fine del 2024 ha visto il 28% dei francesi consumare “no/low alcohol”, segnando un’evoluzione significativa delle abitudini di consumo verso più sobrietà. Le generazioni Y e Z costituiscono i motori della crescita, con il 65% di loro interessati alle bevande alternative senza alcool.
L’innovazione come leva competitiva. “In questo settore, per distinguersi, bisogna innovare. Eravamo molto innovativi all’epoca. Oggi è sempre meno originale. Lavoriamo quindi a nuove innovazioni“, ha dichiarato François Delmas Saint Hilaire.
La gamma Unaju si è ampliata oltre il Yuzu Concombre per includere combinazioni audaci come Fraise Basilic (fragola-basilico), Mandarine Romarin (mandarino-rosmarino), Cassis Menthe (ribes nero-menta), Kiwi Safran (kiwi-zafferano), Abricot Thym (albicocca-timo), Pêche Mélisse (pesca-melissa), e Framboise Marjolaine (lampone-maggiorana). Ogni combinazione rappresenta una ricerca meticolosa dell’equilibrio perfetto tra il frutto e la pianta.
La filosofia rimane immutata: senza aromi, senza coloranti, né conservanti, questi succhi sono semplici e mettono in valore le materie prime provenienti da cooperative agricole, con una preferenza marcata per l’origine francese quando possibile.







