Il “post-modernismo” dei panettoni “alcolici”

Ennio Pavarani11 Dicembre 2022

Il panettone, al pari della pizza, è divenuto un prodotto dolciario post-moderno, almeno nel senso che ne dava Daniele Tirelli in “Pensato & Mangiato”. La pizza, ed oggi il panettone, sono infatti più vicini al neo-barocco culinario in voga, che non alla semplicità della loro origine effettiva.

Il piacere dei gusti ricchi e “mascherati” nelle loro versioni più elaborate può infatti prevalere sulla monotonia di un cibo (in origine) semplice e ripetitivo. Quindi, ogni anno di più, oltre ai panettoni farciti con le creme più diverse o con gelato ai vari gusti, compaiono nei canali distributivi più diversi anche i panettoni cosiddetti “alcolici”, cioè aromatizzati con grappe, amari, vini, liquori dolci di marche più o meno note a livello nazionale.

Mercato difficilissimo, quello delle ricorrenze sembra concentrarsi in un periodo temporale sempre più accorciato in prossimità del Natale a cui fanno seguito le promozioni più o meno profonde. A ciò si aggiunga la complessità implicita nella moltiplicazione delle referenze differenziate tra loro per i gusti, i top e le farciture sempre più creativi.

L’elenco sarebbe lungo, qualora si considerassero anche le specialità locali proposte da laboratori e pasticcerie. È il caso, ad esempio, del Panettone al Capo F Cannonau (con prugne), un adattamento sardo del classico meneghino che si presenta con una pasta di color nocciola costellata di prugne a pezzetti macerate nel vino Cannonau.

In Sicilia l’azienda dolciaria Fiasconaro, che vanta una storia risalente al 1953 e iniziata da Mario Fiasconaro, gestore di una piccola gelateria nella piazza principale di Castelbuono, cittadina nel Parco delle Madonie in Sicilia, propone un panettone al vino liquoroso perpetuo Vecchio Samperi.

Prodotto artigianale da forno ottenuto da  farina di grano siciliano con agrumi canditi e uvetta aromatizzata al vino liquoroso perpetuo Vecchio Samperi, ha  peraltro una confezione firmata da Dolce & Gabbana.

La Distilleria Caffo propone un panettone al gusto del Vecchio Amaro del Capo, il liquore di erbe di Calabria, che si è conquistato una crescente notorietà nazionale grazie alle note, intense campagne pubblicitarie.

Sempre di quest’azienda siciliana è il panettone all’ Elisir Borsci S.Marzano, che ne impronta il gusto della crema della farcitura. Entrambi i dolci sono prodotti da Galup di Pinerolo.

L’azienda Dal Colle di Colognola Ai Colli (VR), che vanta anch’essa una storia risalente al 1896 e ai tempi del suo fondatore, Egidio Dal Colle, è un vero e proprio specialista di questa nicchia di mercato. Quest’anno, propone le novità del Saint Honorè al liquore al miele Candolini, quindi la Pandora alla Sambuca Borghetti, e il Chicco al Caffè  sempre di Borghetti.

E come non citare, infine, il leader di mercato Bauli che ha lanciato Pandoro e Panettone alla Crema al Baileys, con copertura di Cioccolato Fondente e Granella di Biscotto.

Resta in conclusione un quesito.

In base a quali criteri i buyer della distribuzione operano le loro scelte in una tale varietà?

Panettoni e pandori non godono di una storia continuativa delle vendite nel corso dell’anno, come il latte o la pasta di semola. La continua proposta di innovazioni di gusto e formato ben prima del breve periodo delle festività rende difficile se non impossibile un previsione quantitativa.D’altra parte, la volubilità dei gusti del pubblico si accresce e non ci si può più ancorare ai grandi classici alto vendenti.

Allora, resta forse una massima sapienziale di un navigato marketing manager: “azzeccare i gusti vincenti è una “mission impossible”. È certo però che se a catalogo poniamo dieci nuove referenze in più, un percento in più lo venderemo quasi certamente”

E così facendo l’universo in cui i consumatori odierni possono spaziare si allarga ogni anno di più.

Ennio Pavarani

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