La differenziazione di prodotto di Grisbi continua inarrestabile: ora versione Vegan

Avatar photo Daniele Tirelli3 Giugno 2023

Il marchio Grisbi, rivitalizzato da Vicenzi dopo le notorie e lontane vicende Parmalat, è un bell’ esempio di ciò che  Alvin Toffler  (grande visionario del futuro) affermava 53 anni fa.

“The material goods of the future will be many things; but they will not be standardized. We are, in fact, racing toward “overchoice“–the point at which the advantages of diversity and individualization are cancelled by the complexity of the buyer’s decision-making process.” (da Future shock -1970)

Quale sia la combinazione  dei due tracciatori di marketing  “vegano” e “goloso”, come target della nuova versione di Grisbi, non è dato sapere. Neppure si sa se in Vicenzi abbiano letto e studiato il testo fondamentale di Toffler, ma la strategia è chiara, sebbene – suppongo – non semplice e banale nella soluzione del tradeoff  costi-benefici implicito in essa.

Praticare la tecnica delle Limited Editions e quindi mutare veste in termini di packaging, dopo aver risolto lo step del “naming” e della “reason-why” dell’ennesima referenza, comunicarla ad un trade frastornato dalla esondazione della food-evolvation,  e raccontarla simultaneamente ai consumatori finali , … non è affatto banale, dati  i volumi che un frollino ripieno così ricco può raggiungere nell’epoca ansiogena di quel micro-razionamento di zuccheri e carboidrati, messo in atto da parte di consumatori in perenne apprensione per ciò che ingoiano quotidianamente. Non è per nulla banale!

Il lancio di Grisbi data 1984, anno in cui la golosità non era ancora tornata ad essere il primo, principale peccato capitale dell’impegno dietetico.  Oggi, il prodotto rivitalizzato e parte della ristretta elite degli “indulgence bites”, oscillando tra impulso e gratificazione sollecita un pubblico di fans, attraverso l’instancabile lavoro di refresh del marchio, accumunandosi in questo alla fuoriclasse e global brand, Oreo.

Dunque, la versione vegana di Grisbi con crema Gianduia promette – secondo Cristian Modolo, direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Vicenzi – “una l’esperienza gustativa appagante, in linea con l’essenza del brand, rendendolo a tutti gli effetti un prodotto indulgence fedele alle aspettative di ogni Grisbì Lovers, pur essendo un prodotto privo di latte, uova, olio di palma e con cacao certificato RainForest; così come  il packaging, è anch’esso certificato VeganOk Pack.”

Il tutto è sostenuto dalla creatività dell’agenzia Neom – Nuova comunicazione di cui è Managing Director, Stefano Giuseppe Dell’Orto e Direttore Creativo, Barbara Cesura.

 

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