L’introduzione della referenza “Angel Hair Style” nella linea Müllermilch e il referenziamento che ne ha fatto Esselunga rappresentano un caso paradigmatico di come l’innovazione di prodotto nel settore food & beverage si sia radicalmente trasformata, anche in Italia, nell’era dei social media, passando da logiche di R&D tradizionale a strategie di rapid response ai fenomeni virali.
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Il contesto: Angel Hair come Trend TikTok-Driven – Per comprendere appieno la strategia (sempre da un punto di vista esterno all’azienda!) di Müller occorre inquadrare l’origine del fenomeno. Il cioccolato Angel Hair è stato creato dal brand belga Tucho e lanciato a dicembre 2024, caratterizzato da un guscio di cioccolato bianco dal colore rosa, ripieno di crema al pistacchio e di Pişmaniye, quel tipo di zucchero filato turco noto anche come “angel hair“. Il prodotto ha generato un’esplosione virale immediata sui social media, raccogliendo milioni di visualizzazioni su TikTok.
Müller ha quindi posizionato esplicitamente Angel Hair Style come continuazione del successo della precedente edizione “Dubai Chocolate Style“, trasformando il gusto della specialità Angel Hair in un formato bevibile. Questo approccio rivela una strategia di trend transposition: ovvero non più lo sviluppo del prodotto tradizionale con i suoi lunghi cicli di R&D, ma una rapid response ai fenomeni virali, con un lancio in edizione limitata di 12 settimane (agosto-ottobre 2025).
Da Product Development a Viral Arbitrage – Quello che Müller ha messo in atto non sembra essere un’operazione di valorizzazione del patrimonio culinario o di cultural borrowing. È piuttosto un viral arbitrage che consiste nell’identificare fulmineamente ciò che sta diventando virale su TikTok e replicarlo nella propria categoria merceologica prima che il trend si esaurisca.
La sequenza operativa dovrebbe essere stata questa:
- Identificazione (dicembre 2024): monitoraggio social rileva viralità del cioccolato Angel Hair
- Flavor replication (gennaio-aprile 2025): sviluppo tecnico della combinazione cioccolato bianco-pistacchio-lampone in formato bevanda lattea
- Launch con social push (agosto 2025): edizione limitata 12 settimane con collaborazioni influencer
- Exit programmata (ottobre 2025): chiusura prima della potenziale saturazione del trend
- Offerta selettiva a Esselunga?
Il fatto che uno degli ingredienti del prodotto originale (il Pişmaniye) abbia origini nella pasticceria turca è del tutto incidentale rispetto alla strategia. Se Tucho avesse utilizzato marshmallow americani o macarons francesi e il prodotto fosse diventato ugualmente virale, Müller li avrebbe probabilmente replicati nella sua formula.
Flavor Replication e riduzione del rischio percepito – La combinazione gustativa – cioccolato bianco, pistacchio e lampone – appare quindi una replica piuttosto fedele del profilo aromatico di quel cioccolato virale. Questa scelta evidenzia perciò due obiettivi strategici:
- Una capitalizzazione immediata sulla notorietà del flavor profile già validato socialmente
- Una riduzione del rischio percepito dal consumatore attraverso la familiarità con il gusto sospinto dal trend
La scelta del pistacchio merita particolare attenzione nel contesto dell’evoluzione dei trend virali ed attuali nel food. Il fenomeno Angel Hair segue le orme del precedente trend Dubai Chocolate, come già detto, e ne condivide il ripieno di crema al pistacchio con un elemento di teatralità nel consumo. Il pistacchio sta diventando un flavor marker sistematico dei prodotti virali nel segmento confectionery e crea, in tal modo, ciò che potremmo definire una “viral flavor signature“, in grado di facilitare il riconoscimento e l’accettazione dei diversi nuovi lanci di prodotto.
Sensory marketing, visual appeal e codici della piattaforma – Va notato che l’effetto marmorizzato bianco-rosa del prodotto non risponde a criteri estetici tradizionali del packaging di Muller in Italia, ma a nuovi codici estetici specifici della piattaforma TikTok. Ciò nonostante, è perfettamente identificabile dal pubblico italiano che si relaziona con essa. In prima battuta, infatti, il cioccolato Angel Hair risponde perfettamente ad alcuni requisiti di base: design instagrammabile, componente ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response), grazie al suo ripieno sorprendente e al colore rosa pastello.
Pertanto, il packaging della bottiglia Müllermilch sfrutta l’immagine del cioccolato, trasformando l’elemento visivo in un driver d’acquisto efficace nell’esposizione a scaffale e, al contempo, funziona come un content driver, richiamando la condivisione social. Ogni acquisto del prodotto diventa, insomma, un potenziale user-generated content.
Pare che Müller collabori, allo scopo, con food influencer tedeschi per garantirsi visibilità su Instagram e TikTok, dove nascono i trend come Angel Hair. Certamente, si tratta di una comunicazione pubblicitaria fuori dagli schemi classici tuttora in auge, perché amplifica strategicamente un fenomeno già in corso, posizionando il latte Müller come “versione accessibile” di un trend che tipicamente richiede acquisti online e a prezzi premium.
Posizionamento e “Little Treat Culture” – Una breve premessa: è diventato parte del gergo del marketing il termine Little Treat Culture, ovvero la tendenza attribuita ai Millennials e alla Gen Z, che consiste nel concedersi quei piccoli acquisti o “premi quotidiani” (alimentari e non) che fungono da “ansiolitici metaforici” per i piccoli problemi quotidiani.
Ebbene Müller sembra aver voluto intercettare due segmenti di consumatori che indulgono a esperienze di consumo inconsuete e consumatori che vogliono essere parte dei trend virali. Müllermilch Angel Hairsi appare adeguatamente collocata in questa “little treat culture“.
Il prodotto analizzato da questo punto di vista sembra avvalersi simultaneamente di:
- Una esperienza gustativa effettivamente distintiva
- Una appartenenza a un fenomeno social riconoscibile
- Un occasione di emotional self-regulation a basso costo
Angel Hair come comfort food strategico – Il naming “Angel Hair” appartiene a un campo semantico che evoca leggerezza, dolcezza e una dimensione quasi “celestiale-rassicurante”. Questa costruzione semantica non è accidentale: il prodotto si posiziona deliberatamente come comfort food per consumo in momenti di auto-gratificazione.
Osserviamo così, sempre più spesso, una ritualizzazione del consumo: tè, caffè d’origine, birre da meditazione, tisane aromatiche, cioccolati Angel Hair, gelati, bevande analcoliche che non sono più motivo di acquisto d’impulso o routinario, ma parte di esperienze strutturate di un ”sentirsi bene” che appaga.
La strategia Müller, elaborata a priori o come risultato intuitivo, ci propone un paradigma emergente nell’innovazione dei prodotti alimentari, che esula completamente dalle logiche tradizionali. In breve, sembra si stia passando:
Dal modello tradizionale:
- Ricerca consumer insights (6-12 mesi)
- Sviluppo del prodotto e relativi test (12-18 mesi)
- Lancio con investimenti di marketing significativi
- Aspettative di permanenza nel portfolio aziendale (3-5 anni minimo)
… al modello viral arbitrage:
- Monitoraggio real-time delle piattaforme social
- Rapid response tecnologica (3-4 mesi)
- Lancio limitato con l’amplificazione degli influencer
- Exit programmata prima della saturazione (12 settimane)
I vantaggi strategici dell’attuale “Limited Edition Frenzy” che contagia sempre più aziende in vari settori sono certamente:
- Una risk mitigation attraverso le limited edition: se il trend si sgonfia, il prodotto era già programmato per uscire
- Una creazione di urgenza o FOMO (fear of missing out) tra i consumatori, tema di cui ho già scritto ampiamente
- Testing a basso commitment: cioè investimenti limitati in capacità produttive dedicate e in un marketing di lungo periodo
- Velocità della market entry: si direbbe 6-8 mesi dall’identificazione del trend al lancio, contro i classici 18-30 mesi dei cicli tradizionali.
I fattori critici sembrano essere nella pratica e andando oltre la teoria:
- Velocità di esecuzione nella replicazione dei trend
- Network degli influencer attivabili rapidamente
- Capacità produttive flessibili per lotti limitati di prodotto
- Sistema di early warning per identificare i tanti “segnali deboli” su social media
Nel contesto italiano, Esselunga (prima fra tutte le catene?) ha referenziato questo prodotto tedesco che, curiosamente, si ispira a un trend virale belga che, a sua volta, sfrutta un ingrediente turco! È impossibile risalire alle ragioni per cui l’azienda di Limito ha dato spazio a un prodotto che deve a TikTok la sua fulminea celebrità. È una scelta ripetibile? È un identificatore di una specifica sensibilità verso l’innovazione di questo retailer?
L’operazione di Esselunga mi sembra posizionarsi in uno spazio di consumo completamente nuovo, che esula dalle logiche degli yogurt tradizionali o dei latti aromatizzati, ma costituisce una categoria a sé stante, definibile come snack/drink trend-driven effimero.
Riflessioni Conclusive – Il paragone obbligatorio di Angel Hair è con il Dubai Chocolate, e ha consentito a Müller di monetizzare il trend con questa limited edition di 12 settimane senza esporsi al rischio di un sovra-investimento su un fenomeno potenzialmente fugace. Questo caso è molto interessante perché rappresenta l’emergere di un modello di business nuovo e alternativo nel food & beverage, un’impostazione che non ha certamente l’obiettivo di un’altra global brands, ma piuttosto di una delle tante global niches che alimentano dei product portfolio mutevoli, dinamici, auspicabilmente ad alto margine seppur non duraturi in linea con la ciclicità virale nei social.
Un’idea si diffonde progressivamente: occorre intercettare finestre temporali legate alla già menzionata e monetizzarle rapidamente, per poi uscirne altrettanto in fretta, senza esitazioni. Si tratta di vera innovazione? E quanti possono essere i trend da sfruttare contemporaneamente se un numero crescente di aziende adotterà questa strategia? Mi sembra di poter dire che, se si perdesse la distinzione tra visione di lungo periodo e azioni di breve periodo, dovremmo concludere, parafrasando Sun Tzu, che senza tattiche la strategia è lenta, ma senza strategia e visioni di lungo periodo le tattiche sono solo rumore destinato alla sconfitta.
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- ASMR
- Campo semantico
- Content driver
- Cultural borrowing
- Early warning system
- Emotional self-regulation
- Flavor marker sistematico.
- Flavor profile
- Flavor replication
- FOMO
- Heritage culinario
- Instagrammable / Instagram-ability
- Keywords: Viral arbitrage
- Little treat culture
- Pişmaniye
- Portfolio dinamico
- Risk mitigation
- Ritualizzazione del consumo
- Shelf impact
- Snack/ Drink trend-driven
- TikTok-driven
- Time to market
- Trend transposition
- User-generated content (UGC)
- Viral flavor signature






